Carteggi di Psicologia
andrà tutto bene

Andrà tutto bene – è proprio necessario dirselo?

Andrà tutto bene, tre parole colorate sotto un arcobaleno, Andrà Tutto Bene, le trovi ovunque, appese ai balconi, postate sui social da adulti e bambini. Foto di adulti e bambini che colorano insieme.

Andrà Tutto BENE! Vedo questa frase ovunque e mi chiedo: “ma come cazzo si fa a dire che andrà tutto bene, persone sono morte, continuano a morire e moriranno. Questi non hanno altro da dire che andrà tutto bene?”. E’ una fantasia, a che ci serve la fantasia in questo momento? Portasse sfiga poi?

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Andrà tutto bene, il verbo coniugato al futuro “andrà”, non è adesso è poi. È il tempo della speranza, la speranza che ci permette di affrontare la paura, le difficoltà, la sofferenza, l’incertezza. È la speranza che ci dà l’idea che ce la possiamo fare, che non è una situazione permanente, ma temporanea, che potremo ricominciare a vivere la nostra vita, a riprendere le nostre abitudini.

ANDRÀ TUTTO BENE, è un mantra, più si ripete e più la paura scende, più lo sentiamo ripetere dai nostri amici, colleghi, conoscenti, più abbiamo una sensazione di maggiore positività. Se a queste parole proviamo a legare un sorriso, assumono ancor più forza, hanno un effetto sul nostro corpo, un effetto ben spiegato dalle neuroscienze e dalla psicofisiologia.

Quando sorridiamo, quando attiviamo i muscoli facciali anche solo simulando un sorriso, il nostro cervello cambia modalità, comincia a produrre dopamina ed endorfine, neurotrasmettitori che hanno un effetto positivo sul nostro corpo e sul nostro umore. La dopamina ci permette di reagire, di concentrarci sulle attività che dobbiamo svolgere. Le endorfine ci permettono di contrastare lo stress, di affrontare le situazioni con maggiore fiducia nelle nostre capacità di fronteggiare gli eventi. Andrà tutto bene rinforza questo messaggio.

Anche gli effetti sociali di questo messaggio sono positivi. Vedere una persona che sorride ripetendo che andrà tutto bene, ha su di noi lo stesso effetto che ha sull’altro. Osservando l’altro, soprattutto se è una persona a noi vicina, entreremo in empatia con lui, attiveremo i nostri neuroni specchio di cui tanto si parla, il nostri muscoli facciali abbozzeranno quel sorriso e i neurotrasmettitori si attiveranno e il nostro cervello cercherà immagini positive.

ANDRÀ TUTTO BENE, ripetetelo, datevi la spinta per affrontare questa situazione, che è dura, difficile, che ci dà sofferenza, ma che potrà essere superata solo con una forte spinta motivazionale ad andare avanti, ad andare oltre l’ostacolo.

La spinta ad andare avanti ci permette di sopportare le regole rigide alle quali siamo sottoposti, a pensare che ci sarà un momento in cui torneremo ad abbracciarci, a mangiare una pizza, bere una birra INSIEME. Torneremo a fare progetti per i futuro.

Seneca questo lo sapeva bene: “Anche se il dolore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza”.

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