Carteggi di Psicologia
Coaching

Coaching style: apprendimento e scoperta di sé

Posso insegnare a chiunque ciò che vuole ottenere. Il problema è che raramente incontro qualcuno in grado di dirmi cosa vuole.

M. Twain

La fase di incertezza e cambiamento sempre più veloce a livello sociale, culturale ed economico tipico di questo tempo fluido, per dirla con Baumann, appare caratterizzata dalla fragilità dei valori, da modi di agire e stili di vita appresi/ereditati che non funzionano più o non sono adeguati al momento presente.

La pressante richiesta di cambiamento che viene fatta alle aziende per rinnovarsi e stare sul mercato, ha avuto e ha una forte implicazione sulle persone che le compongono, sul loro equilibrio e sul loro livello di benessere generale, quindi su un efficace ed efficiente operatività, e sulla qualità delle relazioni.

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Tutto ciò ha fatto nascere l’esigenza di ricercare strumenti più adatti a supportare le persone e le organizzazioni quando si trovano ad interagire con profondi, sempre più rapidi e progressivi mutamenti e innovazioni. 

Per far fronte ad una tale richiesta, è oggi più che mai fondamentale scoprire risorse personali che non si ha mai avuto modo di utilizzare, o che non si sapeva di avere, e apprendere nuovi modi di relazionarsi, di reagire in maniera diversa a situazioni fastidiose/ inconsuete mettendo in atto differenti comportamenti, vedere le problematiche da altre prospettive. 

È partendo da questi assunti che il metodo del coaching sta riscuotendo sempre più consenso in tutti i campi – in uno specifico studio su una delle aziende Fortune Top 500, il R.O.I. (Return of Investiment o Ritorno sull’investimento) del percorso di coaching è stato del 592%, senza contare i significativi cambiamenti intangibili (fonte: Metrix Global – Wilson 2014) -.

il coaching è un metodo rapido ed efficace, caratterizzato da una conversazione guidata, da domande potenti, libere riflessioni in assenza di giudizio, per sviluppare le capacità della persona, potenziarne la consapevolezza, far sì che riconosca e gestisca le proprie emozioni per poter offrire il meglio di sé in ambito lavorativo o privato.

Come coach, parto dal presupposto che la persona abbia già tutte le risorse necessarie a raggiungere i propri obiettivi, facendo in modo che soluzioni e strategie emergano dal cliente stesso.

Partendo da un patto di reciproca fiducia, di trasparenza e apertura, mi relaziono al coachee (la persona coinvolta nel percorso di coaching) come un partner di pari livello. Utilizzo un linguaggio neutro, non giudicante, ricalco le stesse parole del cliente in modo da ‘parlare la sua stessa lingua’, evidenzio eventuali contraddizioni, chiedo di approfondire in che relazione reciproca esse si trovino nel mondo del coachee, con l’intenzione di sostenere pienamente e senza condizioni i bisogni, l’apprendimento, la crescita e le preoccupazioni del cliente.

Fondamentale è l’obiettivo che il cliente vuole raggiungere, esploro quindi insieme a lui/lei i suoi scopi, le difficoltà, le convinzioni che porta con sé, per poter comprendere se le finalità espresse siano reali o nascondano altri bisogni/necessità.

Utilizzo quindi domande aperte (chi? quando? come? dove?) che possano stimolare descrizioni ed esplorare idee e questioni implicite del cliente, per poter allineare e rendere chiari gli obiettivi. In alcune situazioni capita che il coachee abbia chiare le sue finalità, così come le strategie e le soluzioni per risolvere la problematica in atto, ma non si senta sicuro di saperle applicare per poter traguardare lo scopo finale. In quel caso, attraverso una serie di domande mirate e tecniche ad hoc, aiuto il cliente a prendere consapevolezza delle proprie capacità e dei propri mezzi, in un processo di sviluppo del proprio senso di autoefficacia.

Ci sono diversi modi per raggiungere lo scopo del cliente, il “cosa vuoi?” su cui si ritornerà più volte.

Quelli che propongo riguardano il cambiamento esterno che il cliente vuole creare (Vision) “voglio vincere questo gioco”; ciò che ha cuore e significato per il cliente (Valori) “non si tratta di vincere o perdere, ma di come giochi il gioco”; il carattere, l’essenza, la persona che il cliente sta diventando o che più vuole essere (Sé ideale) –”non si tratta di vincere o perdere, né di come giochi, ma di chi sei tu in qualità di giocatore“.

Di grande importanza è unitamente l’ascolto attivo della persona, che mi permette di ascoltare anche col cuore e l’intuito, i sentimenti, i pensieri, le percezioni dell’interlocutore, e poter rispecchiare/riflettere al cliente ciò che ha detto, per promuoverne l’accettazione, l’apertura, l’autoconsapevolezza, lavorando in tandem con lui.

Verifico quindi dove si trova qui ed ora il cliente rispetto all’obiettivo, al fine di renderlo consapevole di quali risorse (chi e cosa) dispone realmente per creare la propria vision, padroneggiare la realtà attuale, accrescere la sua accettazione di come stanno le cose.

Anche la pianificazione delle azioni deve necessariamente coinvolgere ed utilizzare la realtà, di modo che l’obiettivo individuato possa risultare misurabile, raggiungibile, rilevante e tempificabile. I risultati vanno controllati insieme al coachee, per scoprire cosa è successo e utilizzare l’esperienza come risorsa di apprendimento per rinforzare i cambiamenti che creano maggiori opportunità.

Il fine di questo percorso è quello di portare il cliente a sperimentarsi nel quotidiano in modo da mettere in atto quanto acquisito in termini di consapevolezza per individuare obiettivi e priorità, gestire momenti di stress elevato, creare un clima di lavoro positivo e produttivo. Questo attraverso l’impiego delle proprie risorse interne (doti, talenti, attitudini, emozioni, sentimenti, pensieri) e di quelle esterne (amicizie, alleanze, informazioni, risorse economiche). Come in un processo alchemico, traslandole in competenze da poter spendere ogni qualvolta lo richieda il lavoro, le relazioni professionali e private, la vita in generale.

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