Carteggi di Psicologia
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Anche i papà piangono e possono dire la parola “tampax”

Articolo in risposta a Red – riflessioni sulla pubertà delle figlie

Quando richiamo alla memoria gli anni che hanno segnato l’inizio del nuovo millennio e le giovani ragazze nelle fasi successive al menarca, sopratutto in contesti sociali (scuole medie inferiori e superiori, università e locali pubblici), mi viene in mente il momento del “prendi l’assorbente, vai in bagno, cambia l’assorbente” che era contraddistinto da gesti furtivi e giochi di prestigio al fine di nascondere l’oggetto in questione, ma per quali ragioni?

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Tra donne non sembra essere un particolare problema manifestare l’arcano, ma sembrerebbe molto importante tenere tacito il mondo del ciclo mestruale e delle mestruazioni agli occhi di chi non condivide lo stesso sesso biologico, ma perché?

Anche in casa, il discorso sembrerebbe essere condiviso solo con le appartenenti alla stessa specie e dello stesso sesso biologico, nascondendo anche ai padri questo noto evento, tale menarca, il quale segna l’entrata nella fase riproduttiva di un essere vivente di sesso femminile.

L’azione femminile di occultamento, non sembrerebbe un moto dettato dal desiderio di escludere gli uomini, piuttosto da un senso di inadeguatezza in risposta a tale condizione, si ma chi e per quale ragione a sentirsi inadeguato?

Con lo scorrere del tempo, fortunatamente si assiste a una rivendicazione e a un processo di  normalizzazione del ciclo mestruale, le donne oggi dicono la parola mestruazioni ad alta voce, in pubblico e senza molta vergogna. Ci sono intere campagne pubblicitarie che sfatano il mito di non doversi “macchiare” con il flusso mestruale, ci sono rivendicazioni sul costo e la tassazione degli assorbenti e si parla tranquillamente di quale metodo si utilizza nei giorni di flusso.

Ovviamente non è solo un problema legato al tema del ciclo mestruale, diciamo che questo è solo la punta di un iceberg di un discorso molto più complesso, proviamo a riflettere sugli uomini padri di ragazze nella fase del menarca;

Qual è il vero problema degli uomini cisgender, bianchi ed etero padri di figlie nella fase dello sviluppo psicosessuale?

Una delle chiavi di lettura che si hanno sul film RED, è quella che mostra la figura dei padri come i grandi esclusi da questo mondo femminile di menarca, ormoni e sviluppo psicosessuale, ma che possono in qualche modo riappropriarsi di un ruolo nella vita delle figlie in questa fase; ma siamo certi che sia proprio cosi?

Credo che non ci sia un significato connesso e  volto all’esclusione, dove le donne vogliono tirare fuori gli uomini da certe questioni, è più efficace osservare il senso di inadeguatezza assolutamente personale che alcuni padri vivono quando le loro figlie da bambine diventano giovani donne;

Ma la colpa è dei padri o del patriarcato?

i danni del patriarcato sono bidirezionali: ci sottopongono a un modo di vedere il mondo in cui gli uomini sono superiori alle donne, creando una forte discriminazione di genere;

“le donne sono il sesso debole” “piangere è da femminucce”, avere il ciclo mestruale diventa una scusa per spiegare la rabbia “si vede che hai le tue cose”, la disparità di salario tra uomo e donna ancora è un tema molto attuale, ad un colloquio di lavoro è ancora un malus essere donne in età fertile, “a offrire la cena deve essere sempre l’uomo” e potrei continuare a lungo.

È quindi l’altra faccia della medaglia: parlare di mondo interiore, di sentimenti, emozioni e anche di questioni legate al mondo delle donne si configura “da deboli.”

Ecco quindi che gli uomini prendono le distanze da tutta questa sfera e parte del mondo.

Il patriarcato e le sue conseguenze però sono frutto di uomini e poi di tutta la società anche donne comprese, ma all’origine cari uomini per avere questo potere, avete rinunciato a piangere!

Quindi io partirei dall’essere dei padri che considerano donne e uomini alla pari e che quindi in quanto esseri umani, è nostro interesse stare nel mondo emotivo e di poterci occupare dello sviluppo psicofisico dei nostri figli.

Caro papà mostra le tue lacrime, mostra la tua fragilità oltre alla tua forza, mostra curiosità verso un mondo nuovo e inesplorato.

La più grande possibilità che possiamo offrire ai nostri figli è di farci vedere fallibili e aperti, curiosi e anche spaventati alle volte.

Ricorda che anche i papà piangono e possono dire la parola TAMPAX!

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