Carteggi di Psicologia

Disturbo da Uso di Alcol, Comorbidità Psichiatrica: implicazioni cliniche e interventi

Il Disturbo da Uso di Alcol (DUA) è un malattia complessa che presenta un’eterogeneità clinica, genetica e neurofisologica (APA, 2013; Breese et al., 2011; Morley et al., 2013). Il DUA si presenta spesso in associazione ad altri disturbi psichiatrici (Grant et al. 2004a, b; Rich & Martin, 2014; Stewart, 2007).

Nello specifico, la depressione e l’ansia sono le manifestazioni psichiatriche maggiormente associate all’alcolismo e favoriscono il craving (desiderio di bere) e la ricaduta (Ipser et al., 2015; Karpyak et al., 2016). I dati epidemiologici supportano una maggiore prevalenza di una sintomatologia depressiva nelle donne rispetto ai maschi alcolisti (Hasin et al., 2005; Weinberger et al., 2009). Il 45% dei pazienti con dipendenza da alcol soddisfa i criteri diagnostici per la comorbidità con un disturbo d’ansia, in particolare la presenza del Disturbo di Panico e dell’Ansia Sociale aumenta il rischio di ricaduta da 3 a 7 volte (Alegría et al., 2010; Kushner et al., 2005).

Anche i Disturbi di Personalità sembrano essere associati al DUA. Il Disturbo di Personalità, infatti, ha una probabilità quattro volte più alta di essere presente in pazienti affetti da un disturbo da uso di sostanze rispetto alla popolazione generale (Verheul, 2001). In particolare, gli studi mostrano un’elevata comorbidità tra i Disturbi di Personalità del Cluster B (Antisociale, Istrionico, Borderline e Narcisistico) e il DUA (Tragesser et al., 2008). Tuttavia, tutto l’intero spettro dei Disturbi di Personalità può presentarsi in comorbidità con la dipendenza da alcol (Echeburua et al., 2005, 2007; Grant et al., 2004b).

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Sembrerebbe che in persone con dipendenza da alcol la comorbidità con disturbi psichiatrici predica tempi di ricaduta minori (Morley et al., 2013). Inoltre, tali soggetti fanno un maggior uso delle strutture sanitarie (Stewart, 2007), ricevono meno trattamenti specifici per l’alcolismo e hanno un decorso più grave della dipendenza da alcol, rispetto ai pazienti che non presentano una comorbidità (Ipser et al., 2015).

L’esperienza clinica mostra come pazienti con DUA in comorbidità con un disturbo psichiatrico sembrano avere una gravità maggiore della dipendenza rispetto ai pazienti che non presentano tale comorbidità. La comorbidità psichiatrica è un problema significativo in molti pazienti con DUA, in quanto è associata ad un aumento significativo del rischio di recidiva e dei comportamenti suicidari (Rich, 2014). Diversi autori hanno trovato un’associazione fra gravità della dipendenza da alcol ed incremento della probabilità della ricaduta. Nello specifico, studi clinici e sperimentali mostrano che il craving è correlato con la gravità della dipendenza (Casey, 2012) ed è un predittore delle ricadute dopo la fine del trattamento (Bottlender and Soyka, 2004; Evren et al., 2010; Flannery et al., 2003).

Quando, invece, la psicopatologia è associata alla presenza di una dipendenza grave,  la situazione clinica si complica. Il disturbo presenta un decorso peggiore e la gestione del trattamento da parte del clinico diventa ancora più complessa. Questo ci pone importanti interrogativi sul trattamento da adottare per questi pazienti.

L’approccio bio-psico-sociale all’alcolismo, il quale implica un intervento su più fronti (medico, psichiatrico, psicologico e sociale), è oggi generalmente ritenuto il più adatto a spiegare il DUA, la cui complessità risiede nella sua patogenesi multifattoriale e nelle sue svariate manifestazioni cliniche (disturbi psico-comportamentali, malattie alcol-correlate internistiche, neurologiche o psichiatriche). Tale modello implica la presenza di una equipe di professionisti che integrano il loro lavoro per elaborare una diagnosi e un piano di trattamento al fine di migliorare significativamente la prognosi a lungo termine, anche quando si presenta in comorbidità. In particolare, l’intervento psicologico si rivela particolarmente utile per aumentare la motivazione a smettere o ridurre il bere, per individuare le situazioni a rischio di bevuta, per capire  quali sono le emozioni legate al bere e per prevenire le ricadute (Linee Guida CRARL, 2016).

 

Bibliografia

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Weinberger, A. H., Maciejewski, P. K., Mckee, S. A., Reutenauer, E. L. & Mazure, C. M. (2009) Gender differences in associations between lifetime alcohol, depression, panic disorder, and posttraumatic stress disorder and tobacco withdrawal. American Journal on Addictions, 18, 140-7.

SITOGRAFIA

http://www.crarl.it/sam-linee-guida/

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