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Le leggi dell’attrazione: cos’è considerato attraente per gli uomini e per le donne?

L’evoluzione “ti fa bella!”

L’attrazione, in fisica, è la forza che si esercita tra due corpi al fine di portare l’uno verso l’altro. Negli esseri umani, l’attrazione è l’inclinazione verso un oggetto a cui attribuiamo caratteristiche di piacevolezza, verso cui sentiamo il desiderio di vicinanza.

Cosa definisce cos’è attraente? Cosa influenza le preferenze delle persone? L’attrazione dipende dalla biologia o dalla cultura? E infine come mai all’attrazione è legato il desiderio di riprodursi?

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Proviamo a rispondere a queste domande chiedendo aiuto a Charles Darwin e alla teoria dell’evoluzionismo. Nel suo testo “l’origine della specie”, Darwin affronta il tema della selezione naturale, che potremmo così spiegare: ogni forma vivente si riproduce in modo casuale e ogni tanto ha luogo una mutazione nel patrimonio genetico, se questa mutazione è svantaggiosa viene eliminata e non viene trasmessa agli eredi. Mentre se la mutazione permette di adattarsi meglio all’ambiente (selezione naturale) o di riprodursi di più (selezione sessuale), il suo carattere viene trasferito e conservato nelle generazioni successive.

La cosa interessante è che questo meccanismo di selezione, non è valido solo per caratteristiche anatomiche, ma anche per i comportamenti basilari, per la bellezza e per le strategie riproduttive.

La percezione di ciò che è considerato bello, varia in base al periodo storico, alla cultura di riferimento e all’esperienza individuale di ognuno di noi, ma ci sono dei canoni che sono reputati attraenti nella maggior parte dei periodi storici e nella maggior parte delle culture. La biologia della bellezza, seppure presenti al suo interno delle contraddizioni e varie ipotesi indefinite, prova a fornire delle risposte che diano significato a questo dato.

Andando con ordine, partiamo da ciò che è reputato attraente del viso di una persona:

l’ipotesi della simmetria ci fornisce un primo piano di lettura: un volto viene considerato più bello quanto più è simmetrico, poiché la simmetria in natura è indice di salute e un organismo in salute è più probabile che possa riprodursi.

Pavone con la coda aperta

Accanto a questa ipotesi, si muove quella delle caratteristiche estreme: secondo la teoria della selezione sessuale di Darwin, alcuni animali potrebbero essere scelti proprio per le caratteristiche estreme. Proviamo a pensare ai pavoni: gli esemplari con le code più grandi e colorate vengono scelti maggiormente come partner sessuali. A spiegare questa ipotesi ci pensa la teoria dell’handicap, la quale afferma che molte caratteristiche esagerate sono di intralcio per chi le eredita. La conseguenza è che solo coloro che riescono a sopravvivere e adattarsi all’ambiente, nonostante possiedano questa caratteristica scomoda, hanno evidentemente dalla loro grandissime risorse e quindi vanno preferiti come partner sessuali.

Il povero pavone dalla coda esagerata, avrà estreme difficoltà a muoversi, eppure sopravvive; certamente avrà un corredo genetico ottimo che compensa tale handicap di movimento! Pensiamo anche al fatto che mediamente consideriamo molto attraente una donna con i tacchi a spillo, eppure dovrà essere scomodo per lei muoversi nel mondo, ma nonostante tutto riesce a farlo!

Quindi se sopravviviamo, nonostante possediamo delle caratteristiche estremamente scomode, vuol dire che abbiamo dei geni che in qualche modo si adattano all’ambiente nonostante l’handicap e sono considerati vincenti e attraggono partner sessuali!

Un’altra ipotesi è quella dei valori medi, essa afferma che la bellezza sarebbe incarnata dalla media delle caratteristiche di una popolazione umana (Symons D. the evolution of human sexuality. Oxford University Pre ss, Oxford, 1979), la sua ipotesi è motivata dall’assunto che le pressioni selettive si muovono per eliminare caratteristiche appartenenti agli estremi della popolazione.

La piacevolezza estetica è quindi, secondo l’ipotesi dei valori medi, orientata verso i volti più comuni, poiché più disponibili, e quindi aumenta in quantità la riproduzione sessuale.

L’attenzione per ciò che è attraente del corpo della donna si concentra su alcuni assunti principali:

vengono reputate più attraenti donne con corpi giovani, poiché la giovinezza è indice di fecondità e quindi maggiore è la probabilità di riproduzione sessuale e trasmissione dei propri geni. Un dato interessante è che le donne non sono più attraenti in base ai canoni della magrezza, ma in base all’indice WHR (waist to hip ratio), indice che esprime il rapporto tra la circonferenza della vita e la circonferenza dei fianchi e che viene utilizzato in campo medico per valutare la distribuzione corporea del tessuto adiposo. Sarebbero quindi più attraenti le donne con un rapporto tra fianchi e vita di circa 0,7; generalmente il corpo definito a forma di clessidra.

Sembrerebbe che questo dato rifletta in maniera accurata lo stato di salute e l’indice di fecondità delle donne, ecco perché è reputato attrattivo. La preferenza per corpi magri o più curvi è cultura-dipendente. Due studiosi hanno affermato che l’indice WHR risulta fondamentale nell’attrazione sessuale in unione alle proprietà cinetiche o motorie associate alle proporzioni corporee (Johnson KL, Tassinary LG. 2007). Quindi è di fondamentale importanza come muoviamo il corpo, come oscilliamo, come camminiamo e come ci sentiamo in armonia con esso.

E gli uomini quando sono reputati attraenti?

Diversi studi hanno evidenziato come le donne preferiscano volti più mascolini nella fase fertile e volti più femminili nella fase non fertile. Queste evidenze sono state ottenute con la tecnica del Morphing, programma che permette di modificare gradualmente le caratteristiche femminili e virili di un volto (Penton Voak IS et al.). Il significato attribuito a questo dato è che un volto mascolino è associato al concetto di virilità e quindi indice di buoni geni e di fertilità, aspetti utili per la riproduzione. Mentre un viso con caratteristiche più femminili è associato a componenti di protezione e dolcezza, caratteristiche ottime per garantire vicinanza e cura alla donna e alla prole!

È sulla scia di quanto appena detto che possiamo suddividere l’attrazione verso i maschi della nostra specie in due macro aree: i maschi virili, giovani e dotati di bellezza e i maschi con le capacità di reperire risorse. Infatti oltre all’importanza di avere buoni geni (rappresentata dalla presenza di bellezza, giovinezza e virilità nell’uomo) per avere figli e mantenerli sani è importante per le donne avere al proprio fianco uomini che possano garantire risorse emotive di vicinanza e risorse economiche, nonché l’arguzia di aggiudicarsi tali risorse al fine di garantire la sopravvivenza della prole. E poi c’è il principe azzurro che è bello, giovane e virile e sa acquisire risorse e garantire vicinanza, ma la selezione naturale ci sta ancora lavorando!

Quanto detto è uno spaccato delle ipotesi sulle leggi dell’attrazione, osservate con la lente dell’evoluzionismo.

Oltre ad esse, esistono altre leggi che operano attivamente nella scelta del partner nella costruzione, nel mantenimento e nella rottura dei legami. Tali leggi regolano il desiderio, l’attaccamento, l’innamoramento e l’amore.

Abbiamo però qui voluto aprire una finestra su un aspetto primitivo che non soddisfa di per sé i criteri per appassionarci a qualcuno o qualcosa, ma è solo un modo di raccontarci un fenomeno e stimolare una riflessione e l’esplorazione, consapevoli che spiegare e vivere il piacere sono due binari paralleli.

Quindi possiamo prendere il nostro metro a nastro, domandarci in che fase dell’ovulazione siamo ed estremizzare nostre peculiari caratteristiche estetiche, oppure possiamo ascoltare il corpo, saggio portatore sano del nostro volere, cogliere i segnali che percepiamo, focalizzare le nostre emozioni incarnate e lasciarci attrarre da ciò che ci piace nel momento presente.

Bibliografia

  • Cellino A. eros e cervello. Bollati Boringhieri, Torino, 2000.
  • Darwin C. l’origine della specie, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2009.
  • Emmanuele A. Jannini, Andrea Lenzi, Mario Maggi, Sessuologia medica trattato di psicosessuoliga e medicina della sessualità, Elsevier Masson, Milano, 2007.
  • Fisher RA The genetical theory of natural selection, Clarendon press, Oxford 1930
  • Johnson KL, Tassinary LG. compatibility of basic social perceptions determines perceived attractiveness. Procediings of the national academy of sciences, USA 2007.
  • Miller G. Uomini, donne e code di pavone. La selezione sessuale e l’evoluzione della natura umana. Einaudi, 2002.
  • Penton Voak IS et al. Menstrual cycle alters face preference. Nature 1999, 399:741-742.
  • Symons D. the evolution of human sexuality. Oxford University Press, Oxford, 1979.

Sitografia

https://www.panorama.it/blog/sex-cathedra/tradire-nei-rapporti-di-coppia-scelta-personale-o-spinta-istintuale-irrefrenabile/

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