Carteggi di Psicologia

Ognunə la sua identità 

riflessioni sull’identità di genere

Autrice: Nicolina Capuano  – pubblicato anche su AGR

Scrivere sull’identità di genere, attualmente, è complesso, appare quasi un territorio inesplorato. 

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Negli ultimi anni stiamo assistendo a una trasformazione che pone in essere, oltre all’universo così come lo abbiamo sempre conosciuto, un metaverso: una rete composta da mondi virtuali collaborativi e immersivi, dove un numero illimitato di utenti può usare avatar per interagire, lavorare, effettuare acquisti e partecipare a varie attività. 

Un piano della “realtà” dove il corpo incarnato è assente;  

Le conoscenze fino a ora acquisite sull’incongruenza di genere, ovvero un’incongruenza marcata e persistente tra il genere percepito di un individuo e il sesso assegnato alla nascita, sottolineano come il problema non sia l’identità, ma il corpo.  

Detto questo come la mettiamo con il genere e il corpo in un mondo che ne sta escludendo la presenza? 

Iniziamo a soffermarci quando parliamo di identità sul binarismo e sul non binarismo di genere; fino a diverso tempo fa ciò che veniva preso in esame era l’esistenza di due identità di genere, uomo e donna; una persona poteva non riconoscere come congruente il suo sesso biologico con l’identità percepita come sua, in un unico dualismo UOMO/DONNA. In questo caso si parla di transessualità, ma sempre in un’ottica di binarismo in cui sono possibili solo due generi.  

Se il Genere al quale si sente di appartenere è congruente con il sesso biologico alla nascita si parla di persona Cisgender, altrimenti se così non è si parla di persona transgender. 

Negli ultimi anni si argomenta sempre di più il concetto di non binarismo di genere, nel quale ad esistere non sono solo i generi donna e uomo (binarismo), ma ci sono diverse sfumature. L’identità in questo costrutto viene considerata un elemento fluido (fluidità di genere), su un continuum che vede alle due polarità le categorie uomo/donna, e tra di esse tantissime altre definizioni di genere.  

Il genere non binario è anche noto come “genderqueer” e in questa definizione dell’identità esistono diverse categorie, ad esempio il Genere fluido dove i soggetti non si identificano con una singola identità di genere, ma con più di una. 

Abbiamo poi il Genere neutro: le persone neutre rispetto al genere sono quelle che non si considerano né uomo né donna, né altri generi. 

Sono solo due dei moltissimi generi appartenenti al sistema non binario della fluidità di genere, vedremo nei prossimi articoli tutte le varie categorie, mentre oggi cercheremo di porci la domanda delle domande: come si inserisce l’identità di genere nel nostro mondo presente? 

Una persona Transgender che si riconosce in un binarismo di genere, non ha come problema l’identità, ma il corpo; essa dubita del corpo, è il corpo che inganna e tradisce, che non sembra essere coerente con come ci si sente. La dicotomia essenziale su cui si fonda la sofferenza della persona transessuale è la dicotomia tra l’apparire e l’essere, tra ciò che si vede e ciò che si sente; mentre per tutte le persone che si definiscono Non binarie e non si riconoscono esclusivamente in uno due generi uomo/donna, il problema non è necessariamente il corpo (parti anatomiche), ma l’espressione di sé stesse.

Con la fluidità del genere, sembra diminuire l’esclusivo focus sul corpo e declinarsi invece una nuova tematica: l’estinzione della rigida correlazione tra sesso biologico, identità di genere e ruolo di genere; il ruolo rappresenta un insieme di componenti manifeste di un individuo: parole, azioni etc. utili per indicare agli altri o a sé l’appartenenza ad un genere. Il ruolo di genere rappresenta l’espressione esteriore dell’identità di genere;  

Questo vuol dire che nel non binarismo di genere, i comportamenti tipici, le espressioni e quindi tutto ciò che riguarda il ruolo di genere non è più legato a canoni binari uomo donna. Perdendosi la dicotomia si perde anche l’espressione tipicizzata e stereotipata del ruolo. 

La criticità che possiamo osservare è che la fluidità dell’identità di genere può a volte essere invece figlia di un contesto sociale indefinito, dove le persone non hanno strumenti emotivi per percepire chiaramente chi e cosa sentono di essere.  

Tutto questo discorso inizia a configurarsi in una società che sta aprendo le porte ad un metaverso, in cui sempre minore è il contatto e la relazione con il corpo, nostro e dell’altro.  

L’esperienza di apprendere in un’aula universitaria in presenza è diversa da quella di assistere alla lezione tramite zoom o in un’aula in cui è proiettato un nostro avatar; in aula ci sono odori, sguardi, percezioni attive del mondo che amplificano l’apprendimento e la relazione con il nostro corpo e con quello degli altri.

In un mondo in cui la realtà è sempre più virtuale e meno corporea, quale declinazione assumerà il discorso sull’identità di genere e con quali modalità manifesteremo l’espressione della nostra identità? 

Ai posteri l’ardua sentenza. 

Suggerimenti di lettura 

  • Burgio G., Fuori binario. Bisessualità maschile e identità virili, Mimesis 
  • Dèttore D., Lambiase E., La fluidità sessuale. La varianza dell’orientamento e del comportamento sessuale, Alpes 
  • Graglia M., Le differenze di sesso, genere e orientamento. Buone pratiche per l’inclusione, Carocci 
  • Butler J., Questione di genere. Il femminismo e la sovversione dell’identità, Laterza 
  • Fine C., Maschi = Femmine. Contro il pregiudizio sulla differenza tra i sessi, Ponte alle grazie 
  • Gheno V., Femminili singolari, effequ 
  • Benini V., Senza tabù, Fabbri editore 
  • AA.VV., Scosse in classe, Settenove 
  • Fenelli A., Lorenzini R., Clinica delle disfunzioni sessuali, Carocci 
  • Dèttore D., Parretta A., Crescere nelle famiglie omosessuali, Carocci 

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